Ruspa scava un’enigma: ciò che emerge dall’inghiottitoio sorprende tutti. Il mistero legato alla casa del filosofo si infittisce!

Immaginate di passeggiare per Atene e, all’improvviso, di incappare in un ritrovamento che riporta indietro nel tempo, fino all’antichità greco-romana. Ecco cosa è successo recentemente nel cuore della storica città, dove una statua in marmo ha emerso dalla terra.

Proprio nel quartiere di Makrygianni, a Atene, famoso per le sue preziose vestigia del passato, i lavori per posare una nuova tubatura del gas hanno portato alla luce un’autentica meraviglia: una statua raffigurante il dio Hermes. Il ritrovamento ha immediatamente acceso l’interesse di chi ama la storia e gli antichi splendori dell’epoca romana.

Non è stata solo la statua del messaggero degli dei a emergere dal sottosuolo, ma anche altri reperti intriganti, come la figura di un uomo senza testa di dimensioni reali, oltre a vari pezzi di marmo che sembrano complemetare il corpo della divinità. Tutti questi tesori sono stati trasferiti nei laboratori per essere esaminati con cura.

Un pezzo di storia tra le strade di Atene

Sebbene senza testa, la statua di Hermes ha resistito bene al trascorrere dei secoli. La sua scoperta si colloca nei pressi dell’Herodeion, un teatro antico, in una zona che nella Roma Imperiale brulicava di vita culturale e filosofica. Le lussuose abitazioni e le scuole dove si insegnava filosofia erano all’ordine del giorno in questo ricco quartiere ai piedi dell’Acropolis.

Eleni Banou, archeologa del posto, non ha potuto fare a meno di rimarcare l’eccezionale importanza di tale scoperta. Lei ipotizza che la statua possa aver adornato un luogo d’incontro per i filosofi o magari una dimora di qualche aristocratico, seguendo la moda dell’epoca di decorare le proprie residenze con figure divine.

Una statua che potrebbe raccontare storie di filosofi

Particolarmente avvincente è poi pensare che questa statua potrebbe essere stata testimone degli insegnamenti di Proclo, un filosofo neoplatonico le cui lezioni si sono tenute non lontano da lì. Hermes, infatti, in quanto divinità legata agli insegnamenti esoterici, avrebbe avuto tutto il senso del mondo in quel contesto.

Il sito dove visse Proclo, scoperto nel lontano 1955, ci mostra quanto la filosofia e la spiritualità fossero intrecciate nella vita quotidiana degli abitanti colti di quel tempo. La scoperta di lampade del V secolo d.C. è solo un ulteriore indizio di un’Atene del tardo periodo antico culturalmente viva e spiritualmente vibrante.

“Il passato è un prologo”, come affermava William Shakespeare, e questa massima non è mai stata tanto vera come nel caso della recente scoperta archeologica nel quartiere ateniese di Makrygianni. La statua di Hermes, emersa dalle profondità della terra, non è solo un capolavoro dell’arte romana, ma un ponte che collega il presente con il passato filosofico e culturale di Atene.

Questa scoperta non è soltanto un trionfo per l’archeologia; è una finestra aperta sulla complessità e sulla ricchezza del mondo antico. La possibile connessione della statua con la casa di Proclo, il filosofo neoplatonico, ci ricorda come il desiderio di conoscenza, il bisogno di esplorare i misteri dell’esistenza, non sia cambiato nel corso dei millenni. Hermes, il dio dell’ermetismo, rappresenta perfettamente questo ponte tra il mondo visibile e quello invisibile, tra la conoscenza empirica e quella trascendente.

La scoperta di Makrygianni non è solo un evento archeologico di rilievo; è un promemoria della nostra incessante ricerca di significato, un viaggio che, come dimostrato dalla statua senza testa di Hermes, è spesso incompleto, ma sempre affascinante. In un’era dominata dalla tecnologia e dalla rapidità delle informazioni, ritrovamenti come questo ci invitano a riflettere sulla profondità del nostro passato e sulla continuità delle nostre indagini sul mondo e sulla nostra esistenza.

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