In sintesi
- 🗺️ Le sfide geografiche rendono costosa e complessa la costruzione di una rete ferroviaria in Islanda, con una popolazione sparsa e un territorio difficile.
- 💰 I fattori economici mostrano che il costo di una rete ferroviaria supererebbe i benefici, rendendo il progetto insostenibile economicamente.
- 📜 Questioni storiche e politiche hanno portato l’Islanda a non investire nelle ferrovie, concentrandosi su altre priorità economiche e strategiche.
- 🚗 Gli islandesi non sentono la mancanza dei treni grazie all’uso diffuso delle automobili e all’investimento in energie rinnovabili.
Immagina un paese immerso in un paesaggio che sembra provenire direttamente da un libro fantasy, con geyser ruggenti, fiordi scenografici e vasti deserti di lava. Bene, questo affascinante luogo esiste, ed è l’Islanda. Un paese che sembra proiettato verso il futuro, ma che nasconde un mistero legato al passato: perché non ci sono treni in Islanda? In un’era in cui la sostenibilità e la mobilità verde sono al centro delle agende politiche globali, l’assenza di una rete ferroviaria in Islanda lascia molti perplessi. Scopriamo insieme perché, in un mondo che tenta di connettere ogni angolo della Terra su rotaia, l’Islanda ha scelto una strada diversa.
Le sfide geografiche
Primo fra tutti, il fattore geografico gioca un ruolo fondamentale nella mancata implementazione di treni in Islanda. Con una popolazione di poco più di 370.000 abitanti sparsa su un’isola di circa 103.000 chilometri quadrati, il territorio islandese presenta una dura sfida. La sua morfologia, composta da montagne accidentate, campi lavici e ghiacciai imponenti, rende costoso e tecnicamente complesso la costruzione di una rete ferroviaria.
Consideriamo inoltre che oltre il 60% della popolazione vive nella regione di Reykjavik, mentre le altre città sono sparse a grandi distanze l’una dall’altra su strade che si snodano attorno all’isola. Principalmente costruita sulla Ring Road, una strada ad anello lunga circa 1.332 km, questa infrastruttura è ottimizzata per il trasporto su gomma, dimostrando una scelta più fattibile e meno impattante rispetto a potenziali linee ferroviarie che attraverserebbero un paesaggio così aspramente imprevedibile.
Fattori economici
Indagare l’area economica è essenziale per capire perché costruire una rete ferroviaria in Islanda non è mai stata una priorità. Il costo stimato per l’instaurazione anche di una linea ferroviaria limitata stata ritenuta soverchiante rispetto ai benefici. E, come viene spesso sottolineato, una infrastruttura ferroviaria, per essere sostenibile, ha bisogno di un adeguato numero di passeggeri e merci da trasportare. Con una così bassa densità di popolazione, gli esperti sono stati abbastanza certi che un sistema del genere non avrebbe mai raggiunto l’autosufficienza economica.
A tal proposito, uno studio del 2013 condotto dal Ministero delle Finanze e degli Affari Economici islandese ha stimato che il trasporto ferroviario risulterebbe economicamente insostenibile, con perdite projectate che supererebbero i guadagni derivanti dai biglietti e dal trasporto merci. Insomma, un investimento a perdere su un’isola dove l’economia ha altre priorità nettamente più redditizie.
Questioni storiche e politiche
L’Islanda ha una storia relativamente recente di modernizzazione. Fino al XX secolo, l’isola era considerata una delle regioni più povere d’Europa, essendo in gran parte agricola. Negli anni ’20 e ’30, ci furono piani per costruire ferrovie, per esempio a Reykjavik, ma furono abbandonati a favore di altre priorità più pressanti, come l’incremento della produzione industriale e lo sviluppo dei porti per supportare l’industria della pesca.
Essendo una nazione che ha scelto la neutralità in molti conflitti del passato, incluso non partecipare a grandi progetti internazionali di ferrovie in Europa dal XIX all’inizio del XX secolo, l’Islanda non ha mai realmente investito nell’infrastruttura ferroviaria. Una scelta né giusta né sbagliata, ma una semplice conseguenza di peculiarità economica e strategica.
Gli islandesi non ne sentono la mancanza
Pensare che un’intera nazione possa vivere serenamente senza treni può sembrare incredibile per qualcuno che vive nel cuore dell’Europa o negli Stati Uniti, dove il trasporto ferroviario è parte integrante della vita quotidiana. Tuttavia, gli islandesi hanno trovato un’alternativa efficiente: l’automobile. La cultura della guida è profondamente radicata nel paese, con ben il 74.6% della popolazione che possiede un auto, secondo “Statistics Iceland” del 2020.
Nonostante il potenziale impatto ambientale che questo comporta, l’Islanda ha investito massicciamente in energie rinnovabili. Circa l’85% del fabbisogno energetico del paese è coperto da risorse rinnovabili, rendendo l’auto elettrica un’opzione sempre più popolare. Così, il trasporto individuale su gomma, in armonia con la sostenibilità ambientale, sta compensando l’assenza di treni.
Alla fine, ciò che possiamo trarre da questa analisi è che l’assenza di treni in Islanda non è il risultato di una negligenza o di una mancanza di visione, bensì la scelta cosciente basata sulla logica del contesto geografico, economico e culturale dell’isola. Appare chiaro che quando si tratta di trasporto e infrastrutture, una misura non calza sempre per tutti, e l’Islanda è la prova vivente che anche percorrendo strade diverse si può viaggiare verso un futuro sostenibile e prospero.
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