Checco Zalone torna a colpire con il suo spettacolo “Amore + IVA”, una satira tagliente che prende in giro le relazioni moderne, ormai sempre più simili a una dichiarazione fiscale. Ma quanta verità c’è dietro questa metafora dell’amore equiparato a un bilancio da commercialista? Oggi l’amore sembra seguire logiche di compensazione, rendicontazione e perfino detrazione. E forse, senza nemmeno rendercene conto, ci ritroviamo a vivere con il cuore in partita doppia.
Emozioni sotto controllo: il bilancio emotivo di coppia
La psicologia relazionale lo conferma: per ogni conflitto o screzio, servono molteplici momenti positivi per ristabilire l’equilibrio. Lo psicologo John Gottman chiama questa proporzione il “magic ratio”: cinque interazioni positive per ogni negativa. In sostanza, è come se vivessimo l’amore all’interno di un sistema di contabilità affettiva dove ogni parola, gesto o silenzio pesa sul bilancio.
Il contabile emotivo che vive in noi
Senza volerlo, ci ritroviamo spesso a fare i conti: “Stavolta ho dato di più io”, “Lui non si fa mai sentire per primo”, “Mi dimentica sempre quando ha da fare”. Questo tipo di riflessione non è di per sé nociva: è naturale aspettarsi reciprocità. Ma quando il confronto diventa puntiglioso, il rischio è di costruire relazioni ipercontrollate, dove l’amore smette di essere un dono e diventa una transazione. Non esiste davvero una “sindrome del contabile”, ma dietro a certi atteggiamenti si nasconde un bisogno profondo di equità e sicurezza emotiva.
I “costi nascosti” dell’amore moderno
Essere in una relazione nel mondo di oggi richiede energie fisiche, cognitive ed emotive. Cercare di tenere viva l’intesa, comunicare costantemente e adattarsi al partner nasconde costi emotivi invisibili ma pesanti da sostenere nel lungo periodo.
- Tassa sulla Comunicazione: interpretare messaggi, emoji e silenzi può diventare uno sforzo mentale logorante
- Ritenuta d’Acconto Affettiva: trattenere emozioni per evitare di sembrare troppo vulnerabili
- IVA sentimentale: tutta l’energia investita nell’essere presenti, attenti e sempre all’altezza nelle interazioni quotidiane
Dopamina e legami: quando il cervello chiede coerenza
Secondo Helen Fisher, antropologa e neuroscienziata, l’innamoramento stimola il sistema dopaminergico: siamo motivati, energici, euforici. Ma quando il ritorno emotivo si affievolisce, il nostro sistema di ricompensa si disattiva. È qui che subentra la frustrazione: il cervello vuole “guadagnare” affetto, e quando l’investimento sembra non fruttare, si crea un vuoto emozionale difficile da colmare.
Smettere di tenere il conto: meno Excel, più empatia
Gli esperti suggeriscono di allentare la presa e adottare delle abitudini che favoriscano la spontaneità emotiva.
- Trasparenza emotiva: parlare apertamente dei propri bisogni senza aspettarsi che il partner li intuisca
- Affetto gratuito: dare senza aspettarsi un contraccambio immediato, riscoprendo il piacere del dono
- Spazio alla tolleranza: accettare che non tutto può essere misurato o bilanciato
Esiste un “regime forfettario” per i sentimenti?
Le relazioni più soddisfacenti – lo dicono anche studi condotti da terapeuti e centri di ricerca – non sono quelle perfettamente simmetriche, ma quelle imperfette e profonde, dove ci si sente liberi di essere autentici. Le coppie longeve spesso non controllano il saldo dei gesti o delle attenzioni, ma si fidano di una “media emotiva” positiva che si costruisce nel tempo, fatta di dedizione, ascolto e resilienza. Non esiste uno schema perfetto, solo la voglia comune di star bene insieme nonostante gli alti e bassi.
I vantaggi dell’amore fuori bilancio
- Meno ansia da prestazione nella relazione
- Comunicazione naturale e meno filtrata
- Maggiore capacità di affrontare le crisi senza colpevolizzarsi
Una nuova contabilità del cuore
Forse è giunto il momento di rivedere il nostro modo di amare, così come si riformano le leggi fiscali quando non reggono più il passo con i tempi. Meno moduli e più spontaneità, meno calcoli e più connessione emotiva. Perché l’amore, quello vero, non chiede documenti timbrati né ricevute. Chiede solo spazio, ascolto e presenza. E magari, ogni tanto, una risata di cuore come quella che ci strappa Checco Zalone sul palco. Senza bisogno di IVA.
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