Enrico Ruggeri è tornato a far vibrare le corde della nostra attenzione con le sue ultime novità in ambito musicale e televisivo!
L’artista, che ha già segnato la storia della musica italiana, ha fatto il suo rientro sul piccolo schermo con “Gli occhi del musicista”, trasmesso su Rai2. Enrico Ruggeri ha preso una strada meno battuta, scegliendo di presentare esclusivamente performance musicali dal vivo. Un tocco di originalità che Ruggeri stesso definisce rivoluzionario e che auspica diventi prassi comune. Inoltre, i fan hanno segnato sulla loro agenda il 17 gennaio come data per scoprire “La caverna di Platone”, il suo nuovissimo album. Parlando con Andrea Silenzi, il cantautore ha svelato l’origine del suggestivo titolo, ispirato al celebre mito platonico.
Il confronto con i media non si è fermato qui. Durante una chiacchierata con La Repubblica, Ruggeri si è espresso sui giovani e la musica. Da una parte vede una gioventù incagliata nelle “miserie lessicali”, dall’altra lodevoli esempi di giovani che ammirano i veri capolavori del repertorio nazionale. A dispetto della nicchia di pubblico, Ruggeri rimane ottimista sulla persistenza di un pubblico che sa riconoscere il valore della buona musica.
Musica dal vivo: una scelta rivoluzionaria di Enrico Ruggeri
Per Enrico Ruggeri portare la musica dal vivo in televisione è un imperativo per salvaguardare l’autenticità della musica. In un mondo di playback e registrazioni preconfezionate, egli incoraggia i suoi ospiti a esibirsi senza filtri, dimostrando che la musica vissuta “sul momento” è ancora apprezzata ed è cruciale, sia per il pubblico che per gli artisti. Ruggeri sogna che artisti come Tony Effe perdano il loro alone di fascino, pregando per una nuova era di canzoni profonde e con un significato vero e profondo, pur accettando che esista un pubblico per generi più commerciali.
Enrico Ruggeri e il rapporto con suo padre: un tema delicato
Toccando corde più intime, Ruggeri ha parlato della sua relazione con il padre, un uomo che ha combattuto contro la depressione. Questo argomento emerge tra le righe del suo nuovo album. Una relazione non facile, ricca di turbamenti, ma che ha giocato un ruolo chiave nell’esperienza di vita e nella maturazione artistica di Ruggeri. Si confida anche il rimorso di non essere stato abbastanza vicino a suo padre, di non aver posto abbastanza domande, un vuoto che ancora oggi lo accompagna.
Nonostante questi rimpianti, Ruggeri trova in questi aspetti della sua vita una musa ispiratrice, che non solo alimenta la sua creatività, ma gli permette anche di esplorare le profondità del proprio io e del suo cammino nel mondo della canzone.
“La musica è l’arte di pensare con i suoni”, sosteneva Jules Combarieu. Questa riflessione sembra calzare a pennello con l’approccio di Enrico Ruggeri al suo nuovo programma su Rai2, “Gli occhi del musicista”, e al suo imminente album “La caverna di Platone”. Ruggeri, con la sua scelta di suonare totalmente dal vivo, non solo celebra la purezza della musica ma invita anche a una riflessione più profonda sull’essenza della realtà, proprio come faceva Platone con la sua allegoria della caverna.
L’analisi di Ruggeri sulla situazione attuale della musica e della cultura in generale, in particolare sulle “miserie lessicali” e sulla “povertà intellettuale” che affliggono parte del panorama musicale, solleva interrogativi urgenti sulla qualità di ciò che consumiamo culturalmente. La sua speranza di un futuro in cui artisti superficiali non trovino più pubblico riecheggia il bisogno di una maggiore consapevolezza e onestà intellettuale sia tra gli artisti che tra il pubblico.
Infine, il toccante riferimento alla figura paterna e al suo rapporto con la depressione si intreccia con il discorso più ampio sulla musica e sulla cultura, suggerendo come l’arte possa essere al tempo stesso espressione personale e commento sociale. Ruggeri si conferma non solo testimone ma narratore sensibile dei nostri tempi, in grado di aggiungere una dimensione poetica alla cronaca quotidiana.